E’ stata presentata oggi (mercoledì 28 settembre) e firmata ufficialmente, presso il Ridotto del Teatro Politeama di Prato, la partnership fra ChiantiBanca, Fondo Santo Stefano e ACT (Artigiancredito Toscano).
Una partnership che si sostanzia in una convenzione che prevede un plafond da 5 milioni di euro messo a disposizione da ChiantiBanca per il microcredito alle start up pratesi, per un massimo di 25mila euro ad azienda, con la garanzia consortile di Artigiancredito Toscano.
Una operazione che potrebbe essere davvero fondamentale per quelle persone che hanno perso il lavoro oppure non riescono a trovarlo. Insomma, una forma di microcredito ad alto impatto sociale.
ChiantiBanca rafforza ancora di più la sua attenzione alla realtà pratese, territorio di riferimento e di grande importanza all’interno del panorama di sviluppo regionale della banca stessa. Lo fa stavolta stringendo accordi con un attore etico e morale come il Fondo Santo Stefano e Artigiancredito Toscano.
Il Fondo Santo Stefano infatti è un progetto di solidarietà economica verso chi, pur essendo meritevole e avendo un progetto imprenditoriale valido, ha maggiori difficoltà ad accedere al credito bancario.
L’obiettivo della collaborazione tra ChiantiBanca, Fondo Santo Stefano e Artigiancredito Toscano è quello di creare le migliori condizioni affinché chi ha un’idea, e si trova in condizioni di mancata occupazione, possa riuscire ad avviarla e svilupparla nel migliore dei modi. Le domande dei finanziamenti andranno presentate a ChiantiBanca tramite il Fondo Santo Stefano, che si preoccuperà anche di richiedere ad ACT la relativa garanzia. Il tutto in tempi molto celeri.
LE DICHIARAZIONI
“Per noi – sono state le parole di Mauro Focardi Olmi, Vice Direttore Generale di ChiantiBanca – è importante collaborare con realtà come Fondo Santo Stefano e Artigiancredito Toscano, per essere ancor più presenti, questa volta dal punto di vista economico-sociale, su una realtà di grande rilievo come quella pratese. In questo caso con un progetto di partnership che mira a mettere insieme risorse economiche e professionali, per sostenere quelle persone che in questa difficile situazione economica vogliono investire su loro stesse. Una forma di microcredito che riteniamo possa dare delle risposte concrete”.
“Saremo qualcosa di più – ha proseguito – della pur importante parte finanziaria. Qui siamo di fronte a un progetto che ha una componente sociale molto importante. Non diamo sussidi, ma nuove opportunità ai giovani e a chi è in difficoltà nel rientrare nel mondo del lavoro perché, magari a un’età più avanzata, purtroppo lo ha perso. Abbiamo aderito nella consapevolezza di creare qualcosa di costruttivo: saremo in grado di deliberare sulle richieste nel giro di poche settimane dalla fine dell’istruttoria da parte del Fondo Santo Stefano”.
“Se pensiamo al plafond che abbiamo stanziato – ha concluso Focardi – che per le leggi riguardanti il microcredito stesso prevede un finanziamento massimo di 25.000 euro, abbiamo centinaia di potenziali attività che possono nascere ed essere sviluppate. Risorse che se pienamente utilizzate potrebbero dare nuovo lavoro a 1.000 persone. E questa pensiamo possa essere una opportunità rilevante: per Prato e per i pratesi. Per le persone e per il loro futuro”.
“La caratteristica importante dell’accordo – ha proseguito Maurizio Nardi, Presidente del Fondo Santo Stefano – oltre alla disponibilità finanziaria, è quello di creare dei legami con istituti come ChiantiBanca e Artigiancredito. Per noi è sempre più rilevante avere una rete più ampia possibile, per dare opportunità alla maggior parte delle persone. Questo potrebbe essere un momento importante per Prato: da oggi abbiamo più risorse per la città”.
Poi ha fornito alcuni numeri: “Teniamo conto che i finanziamenti medi del Fondo Santo Stefano sono di 17mila euro, quindi parliamo di oltre 300 imprese che potremmo sostenere. Centinaia di persone, lavoratori, imprenditori. Qualche dato sulla nostra attività: 85 le aziende finanziate dal 2012 ad oggi, più dell’85% in grande sviluppo, bassissima mortalità, 30 tutor commercialisti. Nell’ultimo anno solare, da settembre 2015 a settembre 2016, abbiamo avuto 37 richieste: 25 sono state finanziate, 2 scartate, 10 in istruttoria. Per 700mila euro erogati”.
“Noi – ha tenuto a specificare Nardi – non vogliamo essere “mamme”, vogliamo essere “babbi”, comprensivi ma severi: delle persone, delle imprese, aiutare nello sviluppo concreto di una iniziativa imprenditoriale. Offriamo tutte quelle competenze atte a far sì che una semplice idea diventi prima un progetto e poi una realizzazione. E non lo facciamo con tutti, ma solo con chi dimostra di crederci e di avere idee realizzabili”.
“Per questo – ha concluso – abbiamo rapporti con ordini professionali, associazioni di categoria. In questo contesto la parte finanziaria ricopre una parte fondamentale, ma in un percorso di sostegno globale a un’azienda che deve nascere e svilupparsi”.
“E’ un accordo particolare su argomenti particolari – ha fatto eco Fabrizio Campaioli, Presidente Act – Questo è stato l’obiettivo: aprire una linea specifica per situazioni “diverse”. Quello che siamo riusciti a fare è stato garantire risposte al minor costo nel minor tempo possibile. Si parla di finanziamenti da 5 a 25mila euro, peraltro in un periodo di tre anni dall’inizio dell’attività, quello strategico in cui si decide il futuro dell’azienda. Cerchiamo di dare un po’ di benzina in più per fare girare il motore”.
Presente anche Nara Bocini, di Cna Prato: “Ci siamo fatti promotori di questo accordo – ha ricordato – perché crediamo nella vocazione imprenditoriale di questa città, che è lo ricordo quella con il maggior numero di imprese femminili. Ci sono persone che prima erano dipendenti che cercano di re-inventarsi: a loro va dato un supporto. Per questo ci siamo fatti portatori di questo accordo. Prato si sta evolvendo, tante aziende nel digitale, nel web marketing, a supporto delle aziende più tradizionali. Stanno nascendo tante piccole imprese che cercano strade nuove”.