L’Opinione


Il presidente Bini Smaghi al Forum Ambrosetti di Cernobbio: le interviste in TV L'Opinione

Giornate di grande interesse a Cernobbio, all’annuale Forum Ambrosetti, appuntamento ormai tradizionale e noto a livello internazionale giunto alla sua 42esima edizione.

Capi di Stato e di Governo, massimi rappresentanti delle istituzioni internazionali, Ministri, premi Nobel, imprenditori, manager ed esperti di tutto il mondo si riuniscono ogni anno, dal 1975 ad oggi, per confrontarsi sui temi di maggiore impatto per l’economia globale e la società nel suo complesso.

Per ChiantiBanca sono presenti il presidente Lorenzo Bini Smaghi e il direttore generale Andrea Bianchi. Qui sotto, nei video, alcuni degli interventi del presidente Bini Smaghi alle televisioni, nei giorni del Forum.


– “Caffè Affari”, CLASS/CNBC (2/9/2016)


– “Dentro i Fatti”, TGCOM24 (2/9/2016)


– SKY TG24 (3/9/2016)


– RAI2 (3/9/2016)


Toscana, ChiantiBanca balla da sola: “Finanziamenti rapidi contro la crisi” L'Opinione

Ora che ChiantiBanca balla da sola pensare in grande diventa inevitabile, perfino in un panorama accidentato come il nostro. L’importante è “guidare con prudenza”.

Lorenzo Bini Smaghi (ospite ieri di una tavola rotonda su credito e impresa organizzato da Cna Siena, presente anche il segretario Sergio Silvestrini) negli ultimi giorni di svolte e grandi annunci sta lavorando su questo doppio binario: ex componente del board Bce, da un paio di mesi è il blasonato presidente dell’istituto di credito che da San Casciano Val di Pesa ha appena lanciato la sua “way out”. Fuori dall’ombrello della holding con cui il Governo vuole chiudere le Bcc.

Il sogno di una ToscoBanca sta diventando realtà?

“Con l’aiuto di tutti, si può fare. Anzi, si sta facendo”.

Come vive questa fase?

“Con impegno e senso di responsabilità nei confronti dei soci. E anche con il sostegno dei dipendenti, che ho incontrato in settimana: hanno capito che questa è la via giusta per proseguire un percorso di successo e difendere le loro professionalità”.

Il momento non è dei migliori…

“Negli anni della crisi abbiamo continuato a erogare credito e registriamo sofferenze inferiori alla media. Non abbiamo paura né delle incertezze né delle sfide”.

Ambizioni?

“Vogliamo essere la banca di riferimento per la Toscana, con il cervello e le gambe nella regione”.

Come intendete porvi con la realtà produttiva locale?

“Le imprese toscane hanno bisogno di una banca che sia loro vicina sempre, non solo quando le cose vanno bene”.

Le banche territoriali possono ancora portare vantaggi concreti, alla luce dei nuovi assetti finanziari?

“Assolutamente. Le grandi banche si stanno ritirando dai territori e abbiamo nuove opportunità di sviluppo, proprio con le aziende toscane”.

C’è un problema di credito che continua a tenere in ginocchio l’economia: le aziende lamentano erogazioni troppo selettive. Come si esce dall’impasse?

«Bisogna lavorare insieme, anche con le associazioni di categoria come la Cna. Abbiamo creato nuovi prodotti: i finanziamenti con garanzia consortile accessibili a tutte le aziende toscane, con una durata di istruttoria di soli 7 giorni lavorarivi. E ne stiamo preparando altri ancora”.

E i risparmiatori cosa possono aspettarsi?

“Abbiamo sempre distribuito dividendi ai soci e i nostri prodotti sono sicuri. Non abbiamo mai emesso titoli subordinati”.

Eppure cresce il senso di sfiducia.

“La fiducia è una cosa seria. Noi ce la siamo guadagnata. Non bisogna confondere l’esperienza negativa di altre banche con la nostra storia che dimostra che si puo fare banca in modo etico pure oggi”.

Agnese Pini – QN 24 giugno 2016


Bini Smaghi: “C’è spazio per forti banche regionali” L'Opinione

Il consolidamento del credito lascia spazi di crescita alle banche regionali. ChiantiBanca è il terzo istituto cooperativo, dopo Cassa Padana e Banca di Cambiano, ad aver presentato istanza di uscita dal sistema delle Bcc.

“Per restare vicini al territorio”, spiega Lorenzo Bini Smaghi, presidente di ChiantiBanca. L’ex membro del board della Bce, al vertice anche della francese Société Generale, non ha dubbi: “Sul mercato del credito non resteranno solo i grandi gruppi”.

Per questo avete fatto domanda di way out?

“ChiantiBanca è una storia di successo. E una banca solida (con un Ceti oltre il 13°io), efficiente (un cost/income in calo previsto sotto il 5o%), redditizia (un Roe previsto in crescita all’ 8% nel quinquennio), radicata sul territorio (oltre ioomila clienti) e con forte potenziale di sviluppo (verranno aperte filiali anche ad Arezzo, Livorno e Pisa). E con il “cervello” in Toscana. L’istanza di uscita consente di proseguire, e rafforzare, questo percorso di successo, di cui c’è un gran bisogno nel mondo bancario italiano”.

Come giudica il progetto di riforma delle Bcc?

“Non è ancora disponibile un progetto definito, un piano industriale, un disegno organizzativo. Aspettiamo per giudicare”.

Quali nodi (anche culturali) le Bcc dovranno affrontare sotto lavigilanza della Bce?

“Dovrà essere chiarito l’ambito territoriale di operatività delle singole Bcc aderenti al gruppo, dato che si dovranno escludere le sovrapposizioni. Un problema non semplice. ChiantiBanca è attualmente presente in 26 comuni,13 dei quali coperti anche da altre Bcc. Con quale criterio si deciderà quale Bcc rimarrà e quale chiuderà? Vanno poi definiti i poteri della capogruppo, che – come ha ricordato il governatore Visco nelle Considerazioni finali -devono “perseguire con determinazione razionalizzazioni ed efficienza””.

Quale sarà il futuro di ChiantiBanca fuori dal mondo Bcc?

“Restiamo nel mondo cooperativo! La cooperativa sarà capogruppo, oltre a continuare asvolgere le funzioni mutualistiche e di sostegno al territorio. Con molte più risorse di prima per i maggiori dividendi della spa”.

Per uscire dovrete versare 60 milioni al Fisco.

“Copriremo l’esborso con le riserve. Il pagamento farebbe scendere il Ceti intorno al 10,7%, ampiamente sopra i requisiti minimi”.

Qual è il profilo ideale degli eventualipartner?

“Puntiamo su due tipi di partner: industriale (bancario, assicurativo, wealth management) per migliorare la capacità di servire icli enti connuoviprodotti; e istituzioni finanziarie locali”.

La crescita di ChiantiBanca avverrà per linee interne, attraverso acquisizioni, o fusioni com’è stato con Pistoia e Prato?

“Fino ad ora siamo cresciuti sia per linee interne sia con incorporazioni di Bcc in difficoltà, dando un contributo importante alla stabilità. C’è ampio spazio per una crescita autonoma, sia in termini geografici che di clienti e prodotti. Per questo motivo è importante mantenere il “cervello della banca” in Toscana”.

Cosa vuol dire oggi essere banca del territorio?

“Significa soprattutto “conoscenza” del territorio; saperne monitorare ed ascoltare meglio degli altri le esigenze, fornendo in tempo reale risposte concrete, sotto forma di servizi e prodotti specifici, che in questo modo si distinguono da quelli inevitabilmente più “generici” offerti dalle banche non territoriali”.

Ritiene che il sistema bancario italiano sia destinato a un ulteriore consolidamento? Quali spazi si aprono per una banca regionale indipendente?

“Il consolidamento mi sembra inevitabile. Andrebbe fortemente accelerato. Ciò non significa che ci sia spazio solo per grandi, tutte con il centro decisionale nello stesso posto. Ci sono grandi opportunità anche per banche regionali forti e radicate. Ma a condizione che seguano logiche industriali e che abbiano progetti validi. Come nel caso di ChiantiBanca”.

Cesare Peruzzi – Il Sole 24 ore – Giovedì 16 giugno 2016


Expo: i tarocchi alimentari e gli “investigatori” della purezza toscana L'Opinione

Gli “orrori dell’Expo” – chiamati così perché li mette alla berlina proprio la kermesse milanese – sono il Chianti svedese, che a supremo disprezzo della tradizione è vino bianco e non rosso come il principe dei toscani, e il Salami – sì, proprio con la “i” finale – prodotto in Canada.

Ma sono molti altri ancora i casi di tarocco scoperti dagli “investigatori ” della purezza toscana. L’elenco si aggiorna continuamente, la lista dei prodotti frodati è sempre più lungo. Ai falsari del buon gusto basta cambiare una vocale per richiamare prodotti della tradizione e ingannare il consumatore che così cade nella trappola. Ed ecco allora, ad esempio, la “finocchiono” (con la “o” finale) o la “palenta” (con la “a” come seconda lettera).

Per l’ennesima volta è Coldiretti a stilare la lista dei prodotti “sfregiati” che minano e danneggiano l’identità del Made in Tuscany nel mondo. Stavolta l’associazione dei coltivatori ha messo in mostra gli “orrori” nella vetrina internazionale di Expo: sono fantasiose e imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti falsamente toscani ed italiani.

In questi anni Coldiretti di “brutti esempi” ne ha scovati tanti in giro per l’Italia. Ha beccato, sempre per restare nel territorio dei vini, nella Napa Valley il Chianti tarocco ed il sangiovese “Tuscan Moon”, oltre al kit per pseudo Chianti in bustina venduto online.

Uno accanto all’altro, sui banchetti dello stand dedicato da Coldiretti, ecco i tarocchi. Portarli ad Expo ha un significato speciale. Si vuole mettere in guardia il pubblico internazionale: “Attenzione, questi non sono prodotti toscani”.

Ecco, allora, il “Toscano”, salame fatto in qualche paese sconosciuto degli Usa, il “Fennel Pollin Saleme” venduto in accoppiata al vino, ancora “toscano”, la “Palenta” prodotta in Serbia, la “Finocchiono”, tentativo di imitare il successo della Finocchiona oggi diventata Dop.

E poi l’olio extravergine che sfrutta immagini e riferimenti della toscanità, come Firenze, per commercializzare olio che è la somma di miscele provenienti da paesi europei.

Pesante l’attacco ai formaggi. I principali siti di e.commerce sono pieni di prodotti taroccati: si va dal Tuscan Cheddar prodotto nel Queensland (Australia), al pecorino “Tania” (Toscano Sheep’s Milk Cheese) venduto su Amazon e prodotto in Ontario, fino alle patatine “Tuscany Three Cheese.

“I nostri sono monumenti del gusto – ha detto Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana, alla settimana del Made in Tuscany nel Padiglione Coldiretti – che vengono danneggiati, imbrattati e ridicolizzati”.

A differenza di quanto avviene per moda o tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono – precisa la Coldiretti – imprese di Paesi poveri, ma soprattutto di emergenti o più ricchi a partire proprio dagli Stati Uniti e dall’Australia, da dove arriva il Parmesan con il marchio Perfect italiano.

Sul sito ufficiale di Masterchef Australia si trova la “Pasta con mais, erbe e Parmesan”. La situazione è ancora molto più grave negli Stati Uniti dove il 99% dei formaggi di tipo italiano è realizzato in California, Wisconsin e nello Stato di New York, nonostante i nomi richiamino esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese.

Di Maurizio Bologni, redattore di Repubblica presso la redazione di Firenze:

l’articolo è tratto dall’edizione del 19 agosto di Repubblica Firenze


ChiantiBanca miglior banca Toscana come creatrice di valore L'Opinione

ChiantiBanca miglior banca in Toscana nella speciale graduatoria dedicata ai creatori di valore: lo dice Milano Finanza nell’ambito della tredicesima edizione dei Milano Finanza Global Awards.

Quest’anno la kermesse dedicata al Gotha del mondo del credito e della finanza è andata in scena nella prestigiosa cornice dell’Excelsior Hotel Gallia di Milano, nel corso di una serata che, accanto alla consegna dei riconoscimenti, è culminata con una charity dinner a favore di Dynamo Camp.

Per ChiantiBanca rappresentata dal direttore generale Andrea Bianchi, primo posto in Toscana nella categoria “Creatori di valore”, che interessava le banche che hanno realizzato le migliori performance patrimoniali e di efficienza.