di Maurizio Farnesi
Direttore Generale
Cari Soci,
da tempo – anni, ormai – stiamo operando in un contesto burrascoso. Di instabilità più o meno percepita e preventivabile: il periodo pandemico e i venti di guerra, la morsa dell’inflazione e l’aumento vertiginoso (“spaventoso” è il termine che più ho ascoltato ultimamente dalla nostra clientela) delle materie prime con ricadute devastanti su aziende e, inevitabilmente, sul consumatore finale.
Fare banca in questo contesto – fare “buona banca” – è esercizio complicato: da una parte la voglia di allargare più possibile le maglie del credito per sostenere il sostenibile e anche qualcosa di più, dall’altra l’impossibilità di non tener conto degli equilibri che spingono il nostro bilancio, la cui stabilità finisce per essere garanzia suprema nei confronti degli oltre centodiecimila clienti, dei quasi ventinovemila soci, dei quattrocento e passa dipendenti e delle loro famiglie.
In un simile quadro socio-economico di crescenti difficoltà, sposo in pieno le parole di Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse: il credito cooperativo migliora la qualità di vita delle comunità. Le Bcc sostengono il territorio, andando oltre i numeri – senza mai sconfinare nell’illogico –, mantenendosi capisaldi dell’economia reale e punto di riferimento di famiglie e piccole e medie imprese, e più in generale dell’imprenditoria locale. Sul territorio ci sono le persone, che trovi al circolo e incroci per strada, che saluti nei locali e di cui conosci vita privata e percorso professionale. Fare “buona banca” non significa non prendersi rischi, significa avere piena consapevolezza dell’interlocutore, sapere a chi e dove finiscono i risparmi che ci vengono affidati con immutata fiducia.
Proseguendo il lavoro di chi mi ha preceduto, nel primo anno da direttore generale di ChiantiBanca mi ritengo soddisfatto dei risultati ottenuti: rispetto alla semestrale dello scorso anno, il margine di interesse è cresciuto del 35,7% (da 30 a 40,7 milioni) e le commissioni nette dell’8,1% (da 14,7 a 15,9 milioni) ed è proseguito con decisione il percorso che ha registrato una continua e sensibile riduzione del rischio di credito – Texas ratio (al 30,11% dal 61,82%), Npl ratio (dall’11,8% al 6,8%), totale complessivo dei crediti non performanti da 277,6 a 159,9 milioni – e un netto rafforzamento patrimoniale: Cet1 ratio al 15,95% (dal 12,80%) e Total capital ratio al 18,75% (dal 15,35%).
Decisamente rassicurante per la solidità aziendale anche la rilevante crescita di tutti gli indici di copertura, tra cui mi preme sottolineare quello delle sofferenze (73,80%), dei crediti deteriorati (58,35%), delle inadempienze probabili (47,73%) fino ad arrivare a quello dei crediti in bonis (1,32%). Il cost/income è sceso di quattro punti percentuali: dal 62,1% al 58,2%.
In aumento i costi operativi (+ 2,1 milioni, pari al 6,5%) legati quasi interamente all’incremento della forza lavoro e delle spese amministrative, operazione necessaria per affrontare senza eccessivi scossoni la delicatissima fase di migrazione del sistema informativo a cui la nostra banca è andata incontro a inizio maggio: pur sapendo di avervi dovuto sottoporre a una fase di passaggio non senza complicazioni, di cui mi scuso personalmente e facendomi portavoce dello stesso sentimento da parte del Consiglio di Amministrazione, è stato un percorso delineato e programmato dal momento stesso in cui l’Assemblea dei Soci del dicembre 2017 deliberò l’adesione al Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea. Pensate: delle 120 Bcc affiliate alla Capogruppo Iccrea, ChiantiBanca è stata l’ultima in ordine temporale ad adottare l’attuale sistema informativo, decisione “saggia” che ha permesso di mitigare i disagi, forti anche del supporto e dell’esperienza messi a disposizione dalle nostre consorelle.
Premesso tutto questo, ed evidenziato come i più importanti indici di bilancio confermino il buonissimo stato di salute attraversato dalla banca, sono orgoglioso di farvi partecipi che l’utile netto della Semestrale 2022 ammonta a 15.184.153 euro (oltre 17 milioni e 800 mila quello lordo), miglior risultato di sempre di ChiantiBanca. Manterremo il giusto profilo – che il presidente Cristiano Iacopozzi, trovando la mia totale approvazione, non smette di ricordare –, non andremo a sbandierarlo sui giornali – da sportivo, so che la Semestrale è come il girone d’andata di un campionato: non merita festeggiamenti –, ma il risultato è il coronamento di un lavoro d’insieme, di cui sono grato al personale dipendente che non finirò mai di elogiare, al Consiglio di Amministrazione che si conferma al mio fianco in ogni decisione, a voi Soci e ai clienti tutti che, giornalmente, ci concedono la loro fiducia, il nostro bene più grande.
Rimarcando con vanto sponsorizzazioni e contributi con cui sosteniamo il territorio – quasi un milione e mezzo elargito ogni anno grazie anche alla nostra Fondazione, un lavoro a fari spenti, meticoloso e capillare, che rappresenta linfa vitale per tante società, associazioni e iniziative – chiudo portando a fattor comune, in rapida successione e in modo apparentemente asettico, altri numeri che rappresentano ancor meglio il percorso di crescita della nostra banca dal dicembre 2018 a oggi: Cet 1 ratio dall’11,50% al 15,95%, Total capital ratio dal 14% al 18,75%, sofferenze nette sui fondi propri dal 40,3% al 7,9%, Texas ratio dal 120,6% al 30,11%, Npl ratio dal 18,9% al 6,8%, copertura media su crediti npl dal 46,3% al 58,35%, cost/income dal 66,5% al 58,2%, rapporto commissioni nette/costo del personale dall’82,1% all’85,4%.
Numeri quasi insperati: grazie a chi ha contribuito a tutto questo.