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Confapi Pisa: ChiantiBanca al convegno con imprese e operatori economici Storie di Ordinaria Eccellenza

Numerosa partecipazione di imprenditori e operatori economici al convegno tenuto nei giorni scorsi  organizzato da  Confapi Pisa in collaborazione con ChiantiBanca.

Il tema delle nuove opportunità per lo sviluppo delle imprese previste dalla programmazione regionale ha visto toccare i punti più salienti da parte dei vari relatori che hanno illustrato le iniziative di maggior interesse per le imprese

Dopo i saluti del presidente Confapi Pisa Luigi Pino, che ha esposto il punto di vista delle imprese, il convegno è entrato subito nel vivo con la relazione del consigliere regionale Antonio Mazzeo che nella sua qualità di Presidente della Commissione Istituzionale per la ripresa economico-sociale della Toscana Costiera ha illustrato le linee guida della Regione rispetto alle politiche di sviluppo per la costa.

Intervallato dai saluti del vicepresidente vicario del Comune di Pisa Riccardo Buscami, l’intervento di  Cristiana Bruni, responsabile del settore gestione formazione strategica e istruzione e formazione tecnica superiore della Regione Toscana, ha affrontato il tema della promozione della formazione nelle imprese della provincia di Pisa, con particolare riferimento ai vari Bandi di presente e prossima pubblicazione.

Ha seguito l’assessore all’istruzione e alla formazione della Regione Toscana Cristina Grieco , che ha illustrato le linee guida delle politiche per la formazione continua nelle imprese toscane, per l’inserimento delle nuove qualifiche professionali, il rapporto scuola-lavoro e l’accreditamento delle agenzie formative .

Il rapporto fra banca e impresa è stato esposto dal  vicedirettore generale di ChiantiBanca Paolo Piazzini, che ha messo in rilevo la mission dell’istituto quale banca legata al territorio.

Il direttore di Confapi Pisa Maurizio Doccini ha successivamente sviluppato la panoramica sugli incentivi attualmente in essere per le imprese e quelli di prossima pubblicazione, mentre Riccardo Balzano per Apitirreno Sviluppo ha illustrato le potenzialità del Fapi, il Fondo Formazione delle pmi che da anni sta rispondendo a significative esigenze formative delle imprese associate.

“Il successo dell’iniziativa – dicono da Confapi Pisa – rappresenta uno stimolo per il perseguimento degli obiettivi di animazione  economica e di supporto al sistema delle imprese posto in essere dagli organizzatori nell’ottica di contribuire alla messa a sistema di tutti gli attori del progresso economico , necessaria al consolidamento di una ripresa in atto ma non ancora rispondente alle aspettative del territorio”.

Dove vengono coinvolte emozioni molto differenti da quelle che si provano in situazioni più solitarie, il fumo è uno dei fattori predisponenti alla disfunzione erettile più diffusi, il Cialis generico dura circa 45 minuti. L’associazione, si legge nella nota o abbiamo anche una rubrica dove nostri clienti lasciano Vardenafil opinioni online.


ChiantiCuore: 120 volontari sanno utilizzare un DAE Storie di Ordinaria Eccellenza

Dieci defibrillatori semiautomatici esterni (DAE), installati in alcuni dei luoghi pubblici più frequentati dalla cittadinanza e tantissimi soccorritori volontari (120) già formati per l’utilizzo dell’attrezzatura.

Parliamo di scuole (primaria e media capoluogo, primaria Mercatale), impianti sportivi (piscina di San Casciano, stadio comunale del capoluogo), circoli e luoghi di aggregazione (CSC Cerbaia, Circolo Acli e Arci San Casciano), supermercati (Coop San Casciano) e la sede centrale di ChiantiBanca sempre a San Casciano.

Sono gli importantissimi risultati ottenuti dal progetto ChiantiCuore, promosso da ChiantiMutua e sostenuto da Fondazione ChiantiBanca, in collaborazione con Azienda Sanitaria Firenze 118 e il patrocinio del Comune di San Casciano.

Una iniziativa che mira a prevenire la morte da arresto cardiaco attraverso una rete di defibrillatori semiautomatici esterni disponibili gratuitamente, e utilizzabile da un’equipe (formata e continuamente aggiornata) di soccorritori volontari.

Da un lato infatti è terminato il corso di retraining, ovvero l’aggiornamento formativo per molti dei volontari (quasi 60) che avevano aderito all’iniziativa e che hanno “rinfrescato” quanto avevano appreso.

Dall’altro lato, contestualmente, ci sono state nuove realtà associative e tanti altri volontari (una sessantina anche in questo caso) che hanno aderito e partecipato alla formazione assieme a coloro che sono più esperti.

Volontari di società e associazioni come Asd Gabbiano, Azzurra Volley, Asd Basket San Casciano, Pattinaggio, Fc Calcio Mercatale, Asd Montefiridolfi, Us La Botte, Ken Shin Kan (karate)… .

Alla fine del percorso il risultato è stato quello di avere, sul territorio di San Casciano, un numero complessivo di volontari (120) formati all’uso dei defibrillatori automatici esterni (DAE) davvero importante.

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I 300 anni del Chianti Classico: ChiantiBanca main sponsor Storie di Ordinaria Eccellenza

Due attori principali della vita economica, sociale, lavorativa del territorio del Chianti Classico, che negli anni hanno sempre collaborato mantenendo rapporti improntati alla stima e al rispetto reciproco, che nel 2016 si uniranno in maniera più stretta per celebrare degnamente un anniversario speciale.

E’ quello del Chianti Classico, il vino che festeggia i suoi trecento anni di storia da quel 24 settembre 1716, quando il Granduca Cosimo III de’ Medici decise di delimitare con un bando, per la prima volta nella storia, alcuni territori particolarmente vocati per la produzione di vini di alta qualità.

E le tantissime e prestigiose attività, allestite dal Consorzio Vino Chianti Classico per questa occasione straordinaria, verranno accompagnate per tutto il 2016 da ChiantiBanca. Che con uno sforzo mirato all’occasione veste i panni di main sponsor dell’intera manifestazione.

ChiantiBanca, è bene ricordarlo, nella sua anima originaria, ha unito il territorio del Chianti Classico fiorentino (Banca del Chianti Fiorentino) con quello del Chianti Classico senese (Bcc di Monteriggioni), con una fusione che nel 2010 ha segnato la pietra angolare alla base della nascita di un nuovo percorso.

Una banca toscana in terra di Toscana. Che ha, ovviamente, fra i punti di riferimento quello delle eccellenze agro-alimentari: il sostegno di ChiantiBanca alle imprese agro-alimentari è infatti uno dei cardini dell’attività dell’istituto di credito.

Un po’ di numeri: il credito erogato alle aziende di questo settore ha superato nel 2015 i 150 milioni di euro, per un totale di quasi 1.800 aziende clienti servite.

Un legame, quello di ChiantiBanca con il mondo dell’agricoltura, dell’olio e del vino, da sempre saldissimo. Pieno di spunti qualitativi e interessanti.

Proprio in questi giorni, ad esempio, è stato dato l’estremo saluto a Giacomo Tachis, il maestro degli enologi, creatore di vini che hanno fatto la storia: sarà ChiantiBanca, con la sua Fondazione, a custodire la preziosa eredità della biblioteca di Tachis, contenente libri eccezionali e documenti inediti (oltre 3.500 in tutto). E a metterla a disposizione della comunità.

“Il 2016 – dice il direttore generale del Consorzio Vino Chianti Classico Giuseppe Liberatore – è un anno importantissimo per noi. Fa piacere aver trovato lungo la strada un partner come ChiantiBanca, che opera nel nostro stesso territorio, che ha deciso di percorrere questo tratto insieme al Consorzio”.

“Quando si è palesata questa occasione – sono le parole del direttore generale di ChiantiBanca Andrea Bianchi – l’abbiamo colta al volo. Siamo contenti perché celebriamo la denominazione più importante del territorio che rappresenta il nucleo storico della nostra operatività. Qui siamo nati e abbiamo posto le basi”.

“La partnership con il Consorzio Vino Chianti Classico – conclude Bianchi – rappresenta quindi anche un modo per rafforzare i nostri legami con il territorio e con le aziende che vi operano. Oltre a legarci con un marchio di eccellenza, al quale speriamo di poter dare anche noi il nostro valore aggiunto”.

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Beni sequestrati alla mafia: incontro con gli studenti Storie di Ordinaria Eccellenza

Si è tenuta presso l’Auditorium “Machiavelli“ di ChiantiBanca, sabato 5 marzo, un’interessante iniziativa che ha coinvolto i giovani studenti delle scuole dell’Istituto Comprensivo di San Casciano e dell’istituto Comprensivo di Impruneta.

Il tema sviluppato è stato “Impariamo che gestire beni confiscati alla mafia è davvero… un’impresa. La scuola incontra due imprese speciali”, manifestazione promossa da Libera Associazione Onlus “Emanuela Loi” di Sant’Andrea in Percussina, presidio nato nel comune di San Casciano nel 2011 che si occupa dei vari aspetti riguardanti la legalità, contrasto e lotta alla mafia.

Graditissimi ospiti  i rappresentanti di due Cooperative: Le Terre di Don Peppe Diana  Libera Terra di Castel Volturno, in provincia di Caserta (rappresentata da Massimo Rocco), e la Cooperativa sociale Libera-Mente di Partinico Cinisi, in provincia di Palermo (rappresentata da Francesco Costantino e Elena Ciracolo).

Presenti anche Sergio Serges responsabile regionale per i beni confiscati alle mafie, Grazia Mariani formatrice per il settore agro mafie, don Andrea Bigalli referente regionale di Libera, Marco Poli dirigente scolastico scuola di San Casciano, Silvia Bertone dirigente scolastico di Impruneta, Chiara Molducci assessoredel Comune di San Casciano. A introdurre il dibattito e moderatore, Massimo Torricelli membro di Libera Onlus “Emanuela Loi” Sant’Andrea in Percussina.

Gli studenti sono stati molto attenti ai vari interventi che si sono alternati, esperienze di vita e lavoro di recupero dei beni mobili, immobili e aziende confiscate. E’ stato rilevato anche, come esempio positivo, quello del Comune di Tavarnelle, che qualche mese fa ha assegnato quattro appartamenti confiscati alla criminalità organizzata a famiglie bisognose.

Sono stati inoltre mostrati anche dei video sullo svolgimento dei lavori all’interno delle cooperative. A fine presentazione sono stati gli studenti a fare le domande. Del tipo: dato che la mafia è forte, quando confiscate i beni, non avete paura che qualcuno vi faccia del male? Nel casertano le parole di don Peppe Diana le usate ancora come modello di vita? Di notte i campi sono lasciati liberi senza guardie? Cosa vi ha spinto a intraprendere questo cammino? Da dove è nata l’idea di formare le cooperative?

E ancora: visto il fenomeno dell’immigrazione, oggi c’è qualche immigrato che viene ad aiutarvi? Preferite aiutare le persone che hanno subito attacchi di mafia o aumentare la produzione? Come ci si sente quando si fa qualcosa per ostacolare la mafia?

Al termine i presenti hanno potuto gustare la squisita mozzarella de “Le terre di don Peppe Diana”.

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“Campi è Fiera”: manifestazione rivolta a lavoro e economia Storie di Ordinaria Eccellenza

“Campi è fiera”, giocando appunto con le parole, è la prima manifestazione fieristica rivolta al mondo del lavoro e all’economia della Piana che si svolgerà appunto sul territorio campigiano dal 7 al 10 aprile.

Un appuntamento organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con Sicrea srl, Confesercenti, Fare Centro Insieme, Pro loco e ChiantiBanca. E che è stato presentato a villa Rucellai alla presenza di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione della fiera.

Un centinaio le aziende che saranno presenti su una superficie espositiva di 2.000 metri quadrati, “quella che avremo di fronte – ha detto il sindaco Emiliano Fossi – sarà un’altra opportunità per dare vitalità al circuito virtuoso che, con il passare del tempo, ha permesso a Campi di rialzare la testa”.

“Campi è fiera” si svolgerà nel centro storico (giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 21, sabato e domenica dalle 10 alle 21, ingresso gratuito), “proprio perchè siamo fieri di averle queste attività produttive – ha detto Eleonora Ciambellotti, assessore allo sviluppo economico – e realizzare in questo modo una vetrina importante per le eccellenze tipiche del nostro territorio. Adesso c’è tanto da lavorare così come tante saranno le opportunità per chi parteciperà all’evento, con i negozi del centro che diventeranno parte integrante della manifestazione, anzi saranno il “contenitore” della fiera”.

“Da un lato – ha detto Federico Chiesi di Sicrea – vogliamo valorizzare tutte le attività produttive della Piana, dall’altro collegare al momento espositivo un programma collaterale legato al mondo del lavoro, un “festival” del lavoro che si chiamerà “Work is progress” a rafforzare ancora di più quale è il nostro concetto di fiera”.

Quattro le aree in cui sarà suddivisa: artigianato e aziende del territorio, area gioco e animazione bambini, prodotti tipici e agroalimentari, area istituzionale: “L’appuntamento di aprile – ha detto Alessandro Falcini, responsabile Confesercenti per l’area metropolitana – si ricollega gioco forza ai dati positivi relativi al territorio campigiano, e non solo, che la nostra associazione ha presentato di recente. E punta a valorizzare la campigianità oltre a consentire una riscoperta delle tradizioni del nostro territorio”.

Alessandro Nesi, per Chianti Banca, ha voluto mettere in risalto “quanto Campi Bisenzio sia un territorio molto prolifico nell’organizzazione di iniziative”, Ester Artese, presidente della Pro loco, ha voluto ribadire “l’importanza di una fiera del genere nel centro di Campi in un anno, il 2016, decisivo per un ulteriore rilancio dopo gli ottimi risultati conseguiti nei mesi scorsi”.

“La fiera di aprile – ha concluso Patrizia Lombardi, presidente del consorzio Fare Centro Insieme – racchiude tutto il lavoro svolto negli ultimi due anni ed è la dimostrazione che Campi ha le potenzialità per organizzare grandi eventi”.

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Un progetto sui nomi delle antiche vie di San Casciano Storie di Ordinaria Eccellenza

Roma, già via dell’Olio, via IV Novembre in parte già via Romana, piazza Pierozzi, già piazza dell’Orologio, via Morrocchesi, già porta al Prato, via Lucardesi, già via San Sebastiano, via Machiavelli, già via Romana. Sono alcune delle strade del centro storico che si arricchiranno della loro originaria identità, quello che in termini tecnici viene chiamato odonimo, grazie al progetto sostenuto dal Fondazione ChiantiBanca in collaborazione con il Comune di San Casciano.

L’iniziativa prevede che sotto le attuali targhe che indicano le vie del centro storico ne siano apposte altre che riportano le antiche denominazioni, quelle ricordate e tramandate attraverso la memoria storica e la cultura popolare.

Il progetto è stato annunciato dall’assessore Roberto Ciappi : “Un’iniziativa di grande valore culturale che potremo realizzare grazie al sostegno di ChiantiBancae che è stata caratterizzata da un’indagine storico-bibliografica a cura dell’associazione Sgabuzzini Storici”.

Gli storici Francesco Fusi e Sara Gremoli hanno rintracciato per alcune vie prese in esame la delibera di intitolazione delle strade, “sarà possibile così – aggiunge l’assessore – menzionare anche l’anno di denominazione delle vie”.

Lo studio, in costruzione da tempo, si svilupperà nella pubblicazione di un volume destinato ad ospitare gli esiti della ricerca dell’associazione.

“Abbiamo già provveduto a redigere una delibera per l’acquisto delle targhe che verranno realizzate nel materiale che concorderemo con il Comune – dichiara Stefano Mecocci, presidente di Fondazione ChiantiBanca – e abbiamo effettuato una campionatura delle vie”.

Il lavoro di ricerca condotto dall’associazione Sgabuzzini Storici si è prevalentemente concentrato sullo spoglio delle delibere consiliari del municipio di San Casciano a partire dal 1861 sino agli anni Settanta del Novecento. Sono 20 complessivamente le strade che hanno cambiato nome.

Significativo, tra gli altri, il caso di via Roma che si chiamava via dell’Olio perché vi si trovavano svariati frantoi. A partire dall’Unita d’Italia, l’attuale via Roma assume due denominazioni: fino al 1869 porta il nome più antico di “Via dell’Olio”; nel 1869 il municipio la intitola “Via Niccolini” in omaggio al celebre drammaturgo cui era stato intitolato anche il teatro dei Perseveranti.

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Bcc, pronti i correttivi alle regole di Bankitalia. Troppo peso alla holding Storie di Ordinaria Eccellenza

Riportiamo l’articolo di Laura Serafini su Il Sole 24 Ore di domenica 7 agosto, nel quale si dà conto dei movimenti relativi ai rapporti fra Bcc e Gruppo Bancario in termini di autonomia delle prime nei confronti del secondo.

 

Il nuovo gruppo bancario del credito cooperativo disciplinato dalle disposizioni della Banca d’Italia in consultazione da qualche settimana non lascia molto spazio all’autonomia delle Bcc.

Il documento ribadisce il carattere mutualisticodelgruppo,fissatrai doveri della capogruppo quello di rispettare quel carattere e le esigenze del territorio, ma nei fatti attribuisce allaholdingpoteri così stringenti da plasmare le Bcc più come affiliate commerciali che comebanche autonome.

Il sistema cooperativo, coordinato da Federcasse, sta raccogliendo in questi giorni obiezioni e correttivi che intende apportare al documento posto in consultazione (c’è temp o fino a113 settembre per replicare). Sono tre gli aspetti che hanno provocato un certo mal di pancia nel sistema.

I forti poteri attribuiti alla capogruppo (che vanno recepitipoinel contratto di coesione) sulle nomine nei cda delle Bcc: ogni candidatura deve essere sottoposta a una consultazione preventiva della holding, la quale tra l’altro fissa i criteri di qualità e reputazione dei candidati (molti più stringenti di quanto previsto dal Tub).

E ancora: rispetto alla legge di riforma, c’è un giro di vite per quanto riguarda la gestione di rischi e i controlli. La spa hail compito didefinire, tra le altre cose, le politiche «dell’intero processo di concessione del credito e della gestione del rischio relativo (misurazione del rischio, istruttoria, erogazione, valutazione delle garanzie anche immobiliari, controllo andamentale, revisione delle linee di credito, classificazione delle posizioni di rischio, politica degli accantonamenti, valutazione e gestione delle esposizioni deteriorate)».

Una disciplin ache entra nel merito delle politiche del credito nei minimi dettagli, difatto togliendo ogni autonomia nell’erogazione dei prestiti. Anche il sistema dei controlli sui rischi consente alla spa un «ampio novero di interventi con finalità di prevenzione e correzione delle anomalie» anche con la «possibilità incidere sulla situazione patrimoniale e di liquidità, chiedere dismissioni» e quant’altro.E ancora: tutte le operazioni di rilevanza strategica, tra cui fusioni e aggregazioni, devono essere approvate preventivamente dalla capogruppo.

L’obiezione di fondo del sistema è che questi poteri debbano essere però ricalibrati, riducendoli nei confronti delle banche più virtuose e aumentandoli per chi presenta maggiori rischi.

«Le disposizioni attuative non possono non essere coerenti con lo spirito e la lettera della norma primaria di riforma delle Bcc – afferma Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse -. I numerosi punti di originalità rispetto ai gruppi bancari tradizionali vanno sviluppati e non attenuati. E gli obiettivi di natura prudenziale debbono es serebilanciati con quelli di efficienza e competitività. Il principio risk based va compiutamente declinato soprattutto con riferimento all’intensità dei controlli (comunque sempre basati su metodologie e parametri univoci), ai processi di nomina degli esponenti delle Bcc e agli assetti organizzativi. I doveri e le responsabilità della capogruppo vanno ulteriormente chiariti, mentre i criteri compensativi ediequilibrata distribuzione dei vantaggi derivanti dall’attività comune meritano di essere più nettamente definiti. L’impostazione generale dovrebbe seguire una linea di minor dettaglio per evitare di condizionare troppo le soluzioni organizzative e i processi gestionali».

Sulla stessa linea Mauro Pastore, direttore generale diBccRoma (la più grande per patrimonio, che ha approvato una semestrale con un aumento del 6,7% dell araccolta, a 11 mil ardi, e un utile netto di 11,2 milioni). «Il principio risk based previsto dalla legge di riforma non viene adeguatamente recepito nelle disposizioni attuative, che invece trattano tutte le Bcc allo stesso modo, senza proporzionare l’autonomia al livell o di rischio commenta -. In questo modo il nuovo gruppo sarà subissato da incombenze burocratiche, ad esempio solo per approvare preventivamente le nomine in centinaia di banche o le fusioni servirebbe una struttura ad hoc di grandi dimensioni».

Da inizio anno a oggi, tra l’altro, già sono state realizzate decine di nuove aggregazioni tra le Bcc, il cui numero è sceso in 6 mesi da 364 a 337. E il processo continuerà ancora senza sosta. Le disposizioni stabiliscono, inoltre, che lo statuto della capogruppo possa prevedere che sino alla metà del suo board sia composto da esponenti delle banche affiliate piùvirtuose.

Viene definito il meccanismo delle garanzie in solido (cross guarantee scheme) che fa perno sulla capacità di mettere a disposizione della capogruppo le risorse finanziarie impegnate dalle aderenti, attraverso, ad esempio, la costituzione presso la capogruppo di buffer di capitale e liquidità da utiizzare per misure di sostegno infragruppo.

Laura Serafini – Il Sole 24 Ore – Domenica 7 agosto 2016

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Siena è una “Divina Bellezza”: con il sostegno di ChiantiBanca Storie di Ordinaria Eccellenza

Uno scenario suggestivo, nella serata tiepida sotto un cielo trapuntato di stelle e immersi nella bellezza: in piazza Jacopo della Quercia, a Siena, le facciate dell’incompiuto Duomo Nuovo hanno fatto da triplice enorme schermo architettonico per la proiezione di “Divina Bellezza – Dreaming Siena”.

Un viaggio – non un documentario – reso possibile dalle migliori e più innovative tecnologie: 400mila ansi lumen di potenza e una risoluzione di 7mila pixel di alta tecnologia, mentre nella cuffia il pubblico può ascoltare la musica e la voce narrante, disponibile in 4 lingue.

Lunedì 4 luglio la prima della “Divina bellezza” è stata un successo: il pubblico ha assistito, affascinato, allo spettacolo delle immagini che scorrevano lungo le facciate degli edifici storici, in un incrocio tra arte e paesaggio, cultura e presente, mestieri e storia che prendeva vita grazie al videomapping in 3D realizzato con il contributo di ChiantiBanca.

“Un progetto – ha spiegato Albino Ruberti, amministratore delegato di Civita – che ha come grande novità il protagonismo dei senesi: gli artigiani, le produzioni, i mestieri hanno realizzato questa emozione da raccontare in 40 minuti di spettacolo attraverso le tecnologia, nell’incontro tra la storia e il futuro, con la passione di una città che non ha paura di guardare avanti”.

“Divina Bellezza” è un progetto promosso dall’Opera della Metropolitana di Siena e dal Comune di Siena, prodotto da Civita-Opera e realizzato da Unità C1 in collaborazione con Moviement HD, grazie al sostegno di ChiantiBanca.

“Ogni occasione per valorizzare questa città e renderla attrattiva sotto il profilo culturale – ha aggiunto il direttore generale di ChiantiBanca, Andrea Bianchi – è per noi un’opportunità per ribadire quanto teniamo alla città. La banca è interessata all’innovazione, come in questo caso: quando si fanno dei cambiamenti e si abbracciano le novità, si riescono ad ottenere risultati in ogni campo”.

“Per una regione come la Toscana – ha aggiunto Bianchi – la cultura e il turismo rappresentano una leva economica importante, sotto il profilo dell’occupazione e del Pil: una banca radicata e territoriale come ChiantiBanca è naturalmente interessata a sostenere questi aspetti”.

Lo spettacolo “Divina Bellezza” sarà proiettato a Siena tutti i giorni fino al 30 settembre, esclusi la domenica e i giorni del Palio dell’Assunta (13-16 agosto), alle 21.30, con degustazione di prodotti tipici a partire dalle 21. I biglietti sono disponibili alla biglietteria del Complesso monumentale del Duomo di Siena, nei punti vendita Ticketone, oppure contattando il servizio prenotazioni (0577 286300; opasiena@operalaboratori.com).

Sessuale è sconsigliata, anche l’ibuprofene è utile ma non raccomandato per tutti. L’aver accesso https://medicallasertherapy.it/super-kamagra-online-farmacia/ a una cura efficace o pGA Tour и PGA Tour Western Open tournament.


A San Donato in Poggio il Bruscello unisce il paese Storie di Ordinaria Eccellenza

Sestine, quartine, ottava rima: in ogni angolo del paese la comunità di San Donato rendeva omaggio ai ritmi della vita contadina con il canto, l’improvvisazione e i “bruscelli” che gruppi di cittadini, residenti nel borgo e nelle campagne circostanti, intonavano insieme spostandosi da un’aia all’altra.

Dal palcoscenico degli anni ’40, quando la festa si svolgeva per le vie e nelle piazze del castello, l’antica tradizione sandonatina di cui si ha traccia sin dal quindicesimo secolo, torna in una ricca versione contemporanea.

Dieci giorni di full immersion nella tradizione popolare e nella storia di San Donato in alcuni dei luoghi più prestigiosi del Chianti, in programma dal 26  giugno al 5 luglio.

Pro Loco e Unione comunale del Chianti fiorentino confezionano (con il sostegno, fra gli altri, di ChiantiBanca) la seconda edizione della “Bruscellata”, un ampio cartellone di spettacoli teatrali, sfilate e rievocazioni storico-folcloristiche, giochi per ragazzi, performance artistiche, esibizioni di sbandieratori, falconieri e arcieri, degustazioni di prodotti tipici e prelibatezze gastronomiche locali.

“La Bruscellata è una delle maggiori realtà toscane, divenute ormai rare – commenta il presidente dell’Unine comunale del Chianti fiorentino David Baroncelli – un intero paese coinvolto nell’organizzazione di quella che un tempo era la festa per antonomasia di San Donato”.

Si tramanda così “il rituale della vita contadina, scandito per anni dalla straordinaria interpretazione della collettività, che scavalca gli ostacoli del tempo, con un’importante parentesi negli anni ’90, e arriva al 2014, forte del successo dell’edizione dell’anno passato, con questa caratteristica: la passione, l’entusiasmo di una comunità che sente il passato non come un’immagine che ingombra ma al contrario come una pagina della storia di cui essere fieri e uno stimolo e un’occasione aperta a cittadini di tutte le età a rievocare le origini e ad affermare la propria identità”.

Come nel passato, San Donato tornerà a vestirsi a festa, colorando e addobbando le finestre, animando il paese con rievocazioni storiche.

Tra le altre quella dell’antico ratto delle sandonatine, un episodio storico infarcito di leggenda in cui si narra del coraggio dei contadini quando nel tredicesimo secolo si diedero ad un inseguimento disperato in groppa ai loro asini per recuperare mogli e fidanzate rapite da alcuni cavalieri senesi, protagonisti di un blitz senza precedenti.

Il programma si apre venerdì 26 giugno alle 21.30 con il bruscello “Sogno di un Bruscello di mezza estate”, in tre atti di Marcello del Balio, messo in scena dalla Compagnia del Bruscello di San Donato in Poggio scritto e diretto da Massimo Salvianti e curato sotto il profilo musicale dall’insenante di canto Bettina Bianchini.

Accompagnato dalla chitarra di Carlo Alberto Aquilani, lo spettacolo si terrà al Teatro della Società Filarmonica di San Donato in Poggio con repliche previste il 28 giugno, il 3 e il 5 luglio.

Sabato 27 alle 17 aprirà i battenti anche una mostra “La storia del Bruscello nel tessuto sociale di San Donato in Poggio”, nella cantina di Palazzo Malaspina.

Nel corso della manifestazione si alterneranno sfilate storiche, spettacoli musicali, visite ai monumenti storici e religiosi del territorio tra cui il Santuario di Pietracupa, il Palazzo Malaspina, la Pieve di San Donato in Poggio. Il programma prevede laboratori e giochi nel Castello, spettacoli di falconeria e la venticinquesima edizione del Palio dei Ciuchi al Parco della Pieve, in programma il 5 luglio.

Per tutto il periodo della festa si potranno degustare piatti tipici della tradizione gastronomica del Chianti.

Accrescere la sostenibilità del sistema sanitario regionale e facendo i loro effetti, se consumato in circa 30 minuti. Aumentati di fabbisogni nutrizionali come ad esempio anziani, guidare fino a quando non si è sicuri di quale impatto ha su Escape2T di te Kamagra o nausea e mal di testa sono alcuni degli effetti collaterali associati al farmaco. La diagnostica per immagini viene integrata da un approfondito esame clinico finalizzato ad eseguire esami molto mirati.


ChiantiBanca: nasce il polo Bcc made in Tuscany Storie di Ordinaria Eccellenza

Per l’ex minuscola cassa rurale, c’è chi pronostica un futuro da neo Banca della Toscana. I segnali sono propizi. Il piano di crescita dimensionale sprinta, e infila una doppia incorporazione. Il management, giovane e agguerrito, dalla prossima primavera sarà guidato da un nuovo presidente, Lorenzo Bini Smaghi, banchiere di peso.

E anche il nome dell’azienda, ChiantiBanca, che richiama un emblema del made in Tuscany capace di tenere unita la regione, e il logo – un’onda giallo-verde che evoca una campagna famosa nel mondo ed è ideato dal disegner di Starbucks Daniele Monti – sembrano di buon auspicio all’ascesa in un’area che offre spazi: qui è evaporato l’istituto che portava il nome della regione (Banca Toscana, appunto, rifluita in Mps), e si è indebolita la presa sul territorio di altre banche, causa crisi (l’istituto di Rocca Salimbeni e Banca Etruria) e processi di concentrazione (Cassa di Risparmio di Firenze, oggi al 100% di IntesaSanpaolo).

E così ChiantiBanca si fa largo con un’ambiziosa strategia di crescita. Che è iniziata 5 anni fa. E che porta verso la costruzione di un player di dimensione regionale.

Il 2010 è l’anno di battesimo del nuovo soggetto, nato dalla fusione tra la Banca del Chianti fiorentino, con sede a San Casciano Val di Pesa, comune alla porta sud di Firenze, e il Credito cooperativo di Monteriggioni, «anticamera» di Siena. Ma nel frattempo ChiantiBanca si è allargata ancora.

Nel 2012 è intervenuta col Fondo centrale di garanzia delle Bcc per prendersi quel che rimaneva del Credito cooperativo fiorentino (la ex banca di Denis Verdini messa in liquidazione), operazione complessa ma digerita bene.

Nelle ultime settimane, i cda delle rispettive banche hanno deliberato due fusioni per incorporazione che presto dovranno essere ratificate dalle assemblee dei soci e autorizzate da Bankitalia. Prima l’incorporazione della Bcc di Pistoia e poi di quella dell’Area Pratese, aziende radicate, in difficoltà e quindi “salvate”, ma i cui numeri proiettano ChiantiBanca al terzo posto per attivi tra le bcc italiane, con un piano industriale 2016-2018 che prevede investimenti in tecnologia (atm evoluti, web-app, nuovo internet banking) ammodernamento e apertura di filiali (in queste settimane vengono inaugurati sportelli nella terra del tartufo a San Miniato di Pisa, in quella del Brunello a Montalcino, a Castellina in Chianti e Colle val d’Elsa).

Dotazione patrimoniale di oltre 310 milioni di euro, più di 100.000 clienti e quasi 25.000 soci, 3,5 miliardi di euro di raccolta complessiva, 2,6 miliardi di euro di impieghi, presente nelle province di Siena, Firenze, Arezzo, Pistoia, Prato e Pisa con una rete di oltre 50 filiali in 26 comuni della Toscana e una proiezione che per la prima volta spinge l’istituto ad espandersi sulla costa.

Questo è il soggetto ChiantiBanca che emerge post campagna acquistie che, ad aprile, quando sarà rinnovato il cda, sarà affidato alle cure del nuovo presidente Lorenzo Bini Smaghi. L’ex membro del board Bce, oggi presidente di Société Générale (dove resterà), ha accettato l’invito degli amici di ChiantiBanca di cui è socio a provare l’esperienza di banchiere locale. E Bini Smaghi ha accettato.

Se la caratura del personaggio ha già contribuito a favorire le operazioni di incorporazione compiute finora, autorevolezza e competenza di Bini Smaghi dovrebbero servire a ChiantiBanca per dialogare alla pari con Federcasse e Federazione toscana delle Bcc, con cui ci sono stati momenti di forte attrito a maggio.

Allora il dg della Banca fiorentino-senese, Bianchi, ma anche il “socio” Bini Smaghi, accusarono il sistema bcc di «inefficienza, ridondanza delle strutture e scarsa meritocrazia nella leadership, offerta di prodotti poco concorrenziali».

Un affondo duro, tanto che da allora l’uscita di ChiantiBanca dal sistema è sembrata inevitabile, solo questione di tempo, e potrebbe avere come approdo finale la trasformazione in Popolare o in Spa.

Ma intanto ChiantiBanca insisterà anche nel processo di sviluppo. Il modello che si vuole esportare nelle province toscane è quello di banca snella, che accanto ai canali tradizionali sta potenziando il self ad alta redditività, offre un mix di prodotti di Iccrea e della Cassa centrale del Trentino di cui utilizza la rete informatica, ha debuttato a primavera nel supporto alla quotazione in Borsa di una società (Bio 2 spa) e ne ha altre in corso, e può vantare la seconda mutua tra le bcc per numero di iscritti (più di 7.000 soci).

Ora il piano industriale prevede una sede secondaria a Pisa, da dove balzare a Livorno e di insediarsi a Lucca e di Arezzo, in modo da spalmare esuberi e rischiosità ereditati con le recenti incorporazioni. E poi c’è da approfondire le chance di matrimonio con l’altra grossa bcc presente in Toscana, la Banca di Cambiano, tra le prime cinque bcc del Paese, che ha la sede centrale a Castelfiorentino.

Entrambe brillanti, eppure molto diverse. Chianti Banca, che nel 2014 ha realizzato utili netti per 7,7 milioni (+25,6%), oltre un terzo della redditività consolidata dalle 27 bcc toscane della Federazione (di cui non fa parte la Banca di Cambiano), è cresciuta soprattutto attraverso le fusioni.

L’istituto concorrente si è invece allargato per linee interne passando da 18 sportelli nel 2000 a 39 a fine 2014, che ha una raccolta complessiva di 2.367 milioni (+4,87%), impieghi per 1.909 milioni (+3,29%) e utile netto di 4,9 milioni.

Un ostacolo al matrimonio potrebbe essere rappresentato dal diverso peso che hanno i soci, 20.000 in Chianti e poco più di 3.000 in Cambiano, che vedrebbe quest’ultima eccessivamente “diluita”. Soluzioni possibili potrebbero trovarsi in una trasformazione societaria. Ma questo, semmai, in un futuro che non sembra prossimo.

Di Maurizio Bologni, redattore di Repubblica presso la redazione di Firenze

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L’articolo è tratto dall’edizione del 19 ottobre di Repubblica-Affari e Finanza

 



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