L’antica cappella dei Pesci di Badia ritorna al suo splendore DAL TERRITORIO

Ancora una volta la storia di Badia a Passignano, custode millenaria di conoscenza e fede, si ritrova a dialogare con la contemporaneità.

E’ nei tesori dell’architettura e nello stretto e atavico rapporto che lega l’uomo all’acqua e alle tradizioni religiose e popolari delle antiche sorgenti che trova lo spazio per raccontarsi, “tradita” non di rado dai particolari che ancora oggi la rendono voce viva e narrante.

Parlano come un libro aperto i mattoni disposti a squame di pesce sulla cupola della Cappella dei Pesci, quei dettagli significativi che nascondono la miscela di storia e leggenda che richiama alle origini del prestigioso edificio religioso.

Uno dei tre luoghi simbolo del patrimonio storico religioso di Badia a Passignano legato alla figura di San Giovanni Gualberto dove nel 1050, in occasione della visita di Papa Leone X che decise di fermarsi nel monastero vallombrosano, avvenne il miracolo dei pesci.

Il Santo fondatore della Congregazione Vallombrosana ordinò ad alcuni fratelli conversi di andare a pescare alla fonte di Camugnana, a 2 Km dall’abbazia, in un luogo in cui non si era mai visto un pesce.

Di pesci invece ne trovarono ben due, due grossi lucci, come racconta il biografo del santo Andrea di Parma, che i monaci poi servirono con soddisfazione al Papa.

Ma l’acqua di Badia non era nota solo per la sua fecondità. La fonte era miracolosa, guariva i malati, anche terminali. Fu uno di questi, don Jacopo Mindria da Bibbiena, a testimoniare la sua guarigione e, a titolo di ringraziamento, fece costruire nel 1510 la Cappella dei Pesci.

A distanza di secoli la Cappella torna a far parlare di sé e del suo antico legame che la unisce alla vita e alla storia di San Giovanni Gualberto (1000 – 1073), patrono dei Forestali d’Italia, e ai monaci vallombrosani.

Arte, fede e cultura si intrecciano nel progetto di valorizzazione, tutela e riscoperta dell’edificio religioso che fu ristrutturato nel 1798. Dal passato la Cappella si traghetta verso il presente proponendosi come inedito percorso di fede, inserito nel patrimonio naturalistico di Badia a Passignano, grazie all’intervento di restauro conservativo eseguito dai Lions Club Barberino Montelibertas in collaborazione con il Comune di Tavarnelle, don Lorenzo Russo e l’ordine dei monaci vallombrosani, la famiglia Fara proprietaria della cappella e ChiantiBanca.

L’opera di restauro della ha previsto il consolidamento dell’edificio, oltre alla realizzazione di alcune opere di bonifica del terreno circostante e al ripristino del percorso della fonte che porta l’acqua all’antica vasca sotto l’altare.

Al santo è dedicata anche la riedizione del volume “Le cappelle di Badia a Passignano”, realizzata dai Lions Club Barberino Montelibertas. Il volume ripercorre la storia e illustra le caratteristiche architettoniche delle altre due cappelle legate a San Giovanni Gualberto: la Cappella di Sant’Andrea a Poggio al Vento e la Cappella dell’Abate.

Domenica 14 giugno, in occasione della presentazione pubblica dell’opera di restauro, sarà possibile effettuare una visita itinerante alle tre cappelle che saranno aperte in via straordinaria dalle 15.

Alle 16 dal parcheggio pubblico di Badia si muoverà la Processione, con il reliquario di San Giovanni Gualberto, in direzione della Cappella dei Pesci dove sarà celebrata la Santa Messa alle 17. Seguirà alle 18,30 la presentazione dell’intervento di restauro nella sala conferenze della Foresteria di Badia a Passignano.