Si è chiuso con un utile netto di 7 milioni di euro l’esercizio 2015 di ChiantiBanca, la prima banca di credito cooperativo in Toscana e una delle principali realtà del credito cooperativo nazionale. Si tratta, anche per l’anno appena concluso, di un risultato ampiamente positivo che conferma la consolidata capacità della banca di produrre reddito pur in un contesto economico ancora delicato.
Altrettanto positivi i risultati a fine 2015 sotto il profilo della solidità patrimoniale. I mezzi propri sono cresciuti sfiorando i 232 milioni di euro, sia per effetto della capitalizzazione a riserve della maggior parte dell’utile dell’esercizio precedente, sia per il crescente numero di clienti che hanno richiesto e ottenuto l’ammissione a socio della banca, ovvero di soci che hanno richiesto di incrementare la loro partecipazione al capitale sociale. Soci che per il 2015 beneficeranno di un dividendo del 2%, in aumento rispetto a quello dell’anno precedente (1,5%).
L’ottimo livello di patrimonializzazione raggiunto dalla banca è testimoniato dagli specifici indicatori: Cet1 (Common equity tier 1) e Total capital ratio al 14,34%, ben al di sopra del limite del 10,5% richiesto dalle disposizioni di vigilanza europee.
La crescita della banca è proseguita anche in termini di quote di mercato, di numero di clienti (per un totale di circa 70mila) e di rapporti commerciali, in tutte le aree. Sia in quelle storiche di Siena, del Chianti e di Firenze, sia in quelle di più recente (Campi Bisenzio e la piana fiorentina) e recentissimo insediamento (Montalcino, area del Cuoio).
Il bilancio 2015 sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei soci convocata a San Casciano Val di Pesa (e in videoconferenza presso la sede legale di Monteriggioni) per domenica 10 aprile che dovrà anche provvedere al rinnovo del Consiglio di amministrazione. I soci saranno inoltre chiamati, in sede straordinaria, ad approvare la fusione per incorporazione di Banca di Pistoia Credito Cooperativo e Banca Area Pratese Credito Cooperativo.
Nell’esercizio 2015 è proseguita la crescita (+5,9%) della raccolta diretta da clientela che ha raggiunto i 2.072 milioni di euro e degli impieghi a clientela (+7,9%, a 1.814 milioni), registrando per tutti gli aggregati tassi di sviluppo superiori a quelli medi delle Bcc toscane e del sistema bancario nel suo complesso. In particolare, la crescita degli impieghi a clientela, realizzata nella perdurante difficoltà economica ed elevata rischiosità del contesto generale, testimonia la risposta anticiclica, pur nel rispetto dei principi di sana e prudente gestione, alle richieste di credito delle imprese locali, delle famiglie e di tutto il tessuto economico-sociale di riferimento.
I crediti in sofferenza rappresentano, al lordo delle svalutazioni, il 6,9% degli impieghi lordi, dato inferiore rispetto al sistema bancario regionale e nazionale. La banca ha comunque incrementato ulteriormente gli indici di “copertura” dei crediti, portando al 54,5% il coverage ratio sulle sofferenze e al 3,9% il rapporto tra sofferenze e impieghi al netto delle svalutazioni.
L’indicatore di efficienza (cost income) si mantiene su ottimi livelli (54%), mentre i costi operativi sono sostanzialmente immutati (-0,17%). A fronte di una riduzione del 13,6% nel costo del personale (si tratta di risultato di rilievo assoluto a livello nazionale) e del 6,7% delle spese amministrative, sono stati spesati 2,3 milioni di euro di contributi straordinari per il sostegno e salvataggio del sistema bancario (complessivamente fra contributi al Fondo di risoluzione nazionale, per l’intervento a sostegno della crisi di quattro banche italiane come previsto dal decreto legge nr. 183 del 22 novembre 2015, e il sostegno a Bcc italiane in difficoltà – ricompresi nella voce rettifiche su crediti – gli interventi straordinari sostenuti da ChiantiBanca nel 2015 ammontano a 3,9 milioni di euro).
In questo contesto di crescita e rafforzamento, si inquadra la fusione per incorporazione delle banche cooperative di Pistoia e dell’Area Pratese: un’operazione strategica con la quale ChiantiBanca si rafforzerà nel posizionamento competitivo, nella performance economica, nel profilo commerciale e nella capacità di offrire servizi bancari di qualità ai soci e a tutta la clientela. Oltre a una maggior presenza nelle aree di Prato e Pistoia, la banca andrà a proporsi, come previsto dal piano industriale 2016-2018, con nuove filiali nelle piazze di Pisa (apertura sede secondaria), Livorno, Lucca e Arezzo.
Grazie all’operazione di fusione, ChiantiBanca potrà contare sui seguenti aggregati:
* una rete composta da 52 sportelli;
* oltre 450 dipendenti e oltre 24.700 soci;
* raccolta complessiva pari a circa 3,4 miliardi di euro;
* impieghi a clientela per circa 2,6 miliardi;
* totale attivo di circa 3,8 miliardi;
* utile annuo previsto nei prossimi tre anni costantemente in crescita, al di sopra dei 7 milioni di euro registrati nel 2015 dalla sola ChiantiBanca;
* patrimonio di oltre 310 milioni, costituito per oltre l’80% da riserve indivisibili accumulate attraverso gli utili non distribuiti; riserve che coprono, prima degli azionisti, perdite eventualmente conseguite;
* un Cet1 ratio (14,2% a regime nel 2018) ampiamente al di sopra dei requisiti minimi regolamentari (10,5%) e della media del sistema bancario (11,8% al 31 dicembre 2014 – ultimo dato disponibile).
La maggiore dimensione che si andrà a conseguire faciliterà lo sfruttamento di economie di scala, mentre la maggiore articolazione territoriale consentirà una più efficace diversificazione dei rischi. Contestualmente, il radicamento al territorio ne risulterà rafforzato, proseguendo nel modello della community bank: un esempio in questo senso lo si è avuto a Campi Bisenzio e nelle filiali ex CCF della Piana Fiorentina, dove in tre anni la clientela è cresciuta numericamente del 35%.
I soci di ChiantiBanca potranno così trarre vantaggio dalle maggiori dimensioni e redditività della nuova realtà, che potrà svilupparsi e sostenere meglio i soggetti privati e le aziende che operano nel territorio di riferimento, anche attraverso l’erogazione di finanziamenti, il cui valore previsto nel triennio 2016-2018 nel piano industriale è pari a ben 1 miliardo di euro.
Il risparmio delle famiglie sarà tutelato da indicatori di patrimonializzazione ben al di sopra dei minimi regolamentari e dei valori medi del sistema bancario, mentre la maggiore redditività di ChiantiBanca consentirà in prospettiva di destinare maggiori risorse alle attività di “ChiantiMutua” e della “Fondazione ChiantiBanca” (per esempio nel piano industriale 2016-2018 sono previsti 3,6 milioni da destinarsi a iniziative di beneficenza e mutualità riferite al territorio in cui ChiantiBanca opera).
In merito alla Legge di riforma del credito cooperativo (D.L. n. 18 del 14 febbraio 2016), il nuovo consiglio di amministrazione eletto dall’assemblea sottoporrà ai soci le valutazioni riguardo ai possibili scenari evolutivi di ChiantiBanca.