La sentita partecipazione della compagine sociale di ChiantiBanca, respirata nel corso dell’Assemblea del 10 dicembre al Mandela Forum di Firenze, spinge il presidente Cristiano Iacopozzi ad alcune considerazioni. “Felicissimo di aver constatato che, seppur nella diversità di opinioni ragionevolmente espresse durante i numerosi interventi, l’Assemblea si è svolta in un clima di assoluto buon senso, in cui il bene comune – ovvero quello della nostra banca – è stato l’unico filo conduttore della giornata”.
“ChiantiBanca è la più importante banca di credito cooperativo della Toscana, una delle prime in Italia, arrivando a contare quasi ventisettemila soci: è utopistico, oserei dire quasi dittatoriale, pensare che ciascuno di loro debba avere un’unica idea, esprimere un unico verbo, quello dettato dal Consiglio di Amministrazione. Il confronto e la diversità di opinioni sono sinonimi di democrazia, oltre che di vitalità e di attaccamento alla banca: trovarsi su posizioni opposte non significa volere il male di ChiantiBanca, bensì contribuire – ciascuno con i propri ruoli e le proprie responsabilità – al suo percorso di crescita”.
“Non ho mai visto la critica – quando ha carattere costruttivo e non distruttivo – come fattore negativo, né tantomeno aver rappresentato un elemento ostativo per qualcosa o per alcuno. Esattamente il contrario: è la spinta per cercare di migliorarci giorno dopo giorno, con il solo obiettivo di rendere ancora più forte la banca che tutti noi sentiamo nostra”.