Vinceremo la nuova sfida: le banche locali si imporranno anche sul mercato globale DAL TERRITORIO
autore: Roberto Frosini
Direttore FTBCC

 

PARTIAMO DA UN PUNTO FERMO: anche con la Riforma dell’aprile 2016, che si appresta ad essere definitivamente attuata con la partenza del Gruppo Bancario Cooperativo, le bcc manterranno la loro autonomia giuridica e la forma societaria di cooperative a mutualità prevalente, ispirate quindi al principio “una testa, un voto” e regolate da limiti alla distribuzione di dividendi e alla divisibilità delle riserve.

Le bcc continueranno perciò a rappresentare nel nostro Paese l’unica tipologia di banche con queste peculiari caratteristiche, ossia di fatto l’unica alternativa concreta all’impresa bancaria capitalistica fondata sullo scopo di lucro. È la cosiddetta “biodiversità” del credito cooperativo, che ne sostanzia l’identità e la ragion d’essere.

Questa è la premessa, per così dire “ideologica”, affinché le bcc possano conservare il loro ruolo storico di “banca locale”, ovvero quello di banche vicine alle famiglie e alle piccole imprese di un territorio e della comunità che su di esso vive e lavora.

La banca locale è quella che non disperde valore dal luogo in cui opera, perché reinveste su quel territorio le risorse finanziarie che esso produce sotto forma di risparmi; è la banca, quindi, che non fa scelte di convenienza, ad esempio quella di investire laddove esistano le migliori condizioni di mercato, ma fa le scelte che sono funzionali alla crescita della comunità di cui è espressione, perché nasce, cresce, vive e si sviluppa con quella comunità.

Ma, nell’era della globalizzazione, dove capitali e imprese si spostano e si organizzano su dimensioni di vasta scala, ci sarà ancora bisogno di banche di comunità che fanno della relazione diretta con il cliente ed il socio il loro plusvalore imprenditoriale?

La nostra risposta non solo è SI’, ma addirittura ANCORA DI PIU’, perché nella competizione globale che supera i confini statuali, sono i singoli territori ad essere i protagonisti della competizione, con le loro intelligenze, capacità e istituzioni, a cominciare da quelle di tipo bancario. Certo è che questa competizione tra soggetti locali nell’arena senza confini della dimensione globale determina la necessità di procurarsi gli strumenti per combattere ad armi pari e consentire quindi al proprio territorio di non rimanere ai margini dei processi di sviluppo e di creazione di valore che si sviluppano su scala planetaria.

In questo senso, la Capogruppo prevista dalla Riforma ha un compito fondamentale, ovvero quello di valorizzare ulteriormente le caratteristiche delle bcc come banche locali tramite la messa a disposizione di prodotti e servizi che sono normalmente disponibili sul mercato globale. Le bcc, pur conservando radici fortemente ancorate alla tradizione, saranno quindi al contempo perfettamente in grado di servire la loro clientela con un catalogo di offerta adeguato alle esigenze dettate dall’incalzante modernità.

Tradizione e innovazione, questi sono i due capisaldi rispetto ai quali la banca locale è chiamata a confrontarsi e sui quali legittimerà in futuro la sua funzione. L’appartenenza al Gruppo Bancario Cooperativo è, in definitiva, la condizione con la quale realizzare questo mix virtuoso di tradizione e innovazione.

Siamo di fronte a una nuova sfida per le bcc: quella di rimanere banche locali guardando al mercato globale e, come tutte le sfide che il credito cooperativo ha affrontato nei 130 anni della sua storia, sarà affrontata e vinta.

 

Roberto Frosini, pistoiese, è direttore generale della Federazione Toscana banche di credito cooperativo, l’associazione di categoria del credito regionale, che riunisce oggi 14 bcc con quasi 300 sportelli. Laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Firenze con una tesi sui mercati finanziari internazionali, entra – dopo 2 anni di insegnamento – nelle strutture della Federazione Toscana Casse Rurali ed Artigiane nel 1989. Dal 2016 è presidente di IRPET, l’Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana.