autore: Paolo Piazzini
Responsabile Direzione Comunità e Territori
La centralità dei soci nella strategia di sviluppo di ChiantiBanca, come stabilito nel Piano Strategico 2020-23, ha trovato il primo momento di attuazione nella creazione, all’interno della struttura organizzativa della Banca, della “Direzione Comunità e Territori”.
Il Consiglio di Amministrazione della Banca, nella seduta del 23 aprile, ha approvato la proposta del Direttore Generale di istituire la nuova Direzione con l’obiettivo di riportare territori e comunità al centro di ChiantiBanca, di avviare un progetto di valorizzazione e sviluppo della relazione con le comunità di riferimento, nonché di rafforzare il legame e il senso di appartenenza della compagine sociale.
Le sue principali attività saranno quelle di supportare il Consiglio di Amministrazione, il presidente e il direttore generale nelle relazioni istituzionali, gestire le relazioni con la compagine sociale (compiti finora assegnati all’ufficio Soci che viene collocato all’interno di questa Direzione), proporre le iniziative della Banca sui territori, gestire le relazioni con Fondazione e Mutua e sviluppare le iniziative a favore di soci, enti e associazioni del territorio.
Di seguito l’intervento del responsabile della nuova Direzione, Paolo Piazzini.
“Tra i nostri 27.526 soci, ce n’è uno che si chiama Ovidio, socio di ChiantiBanca da oltre 50 anni. Quando nell’agosto del 1968 fu ammesso alla compagine sociale dell’allora Cassa Rurale, ne diventò illimitatamente responsabile e non lo fece certo per una particolare condizione di conto corrente. Insieme ad Ovidio ci sono ancora una decina di soci che nel decidere di far parte della “banchina”, prima delle modifiche statutarie del 1972, misero a servizio della loro comunità tutto il proprio patrimonio, grande o piccolo che fosse.
Se nel 2020 ChiantiBanca ha creato una Direzione “Comunità e Territorio”, lo ha fatto per ripartire da lì.
Il sistema bancario sta cambiando rapidamente. Una parte dei servizi tradizionali spariranno e altri verranno intermediati da nuovi soggetti, anche non bancari. Le multinazionali del credito si presenteranno sul mercato con prodotti totalmente anonimi e spersonalizzati, e con tariffe sempre più aggressive.
Il mondo del credito cooperativo dovrà completare il processo di innovazione tecnologico per essere sempre al passo con le nuove esigenze del mercato, ma non dovrà commettere l’errore di sfidare quelle controparti su quei tavoli. Dobbiamo tornare a giocare sul nostro campo, dove non solo siamo i migliori, ma dove soprattutto gli altri non sanno e non possono giocare.
La nostra sfida sarà quella di valorizzare il carattere mutualistico della nostra attività, il senso di appartenenza al territorio. Il nostro socio deve tornare a percepire chiaramente il valore, i vantaggi e la protezione che offre far parte di una comunità.
Faremo crescere e conoscere la nostra Mutua, soprattutto sui nuovi territori dove ancora è meno diffusa, ampliando i vantaggi che offre agli associati. E’ già stato messo a disposizione un numero verde e un portale per le prenotazioni delle prestazioni sanitarie.
Cercheremo di rendere più fruibili per i soci le opportunità generate dai sodalizi con il mondo associazionistico e del terzo settore, che vengono sostenuti con contributi e sponsorizzazioni, sia dalla banca che tramite la Fondazione.
Ripenseremo al catalogo prodotti per i soci, cercando di recepire al meglio le esigenze degli stessi, con nuovi servizi o migliorando quelli in essere.
Credo che questa pandemia ci abbia insegnato che nessuno può sentirsi al sicuro, se non all’interno di un sistema efficiente, solido, ma basato sulla reciproca assistenza e sull’attenzione al sociale.
E credo che Ovidio, dopo 50 anni, chieda ancora questo alla sua banca.”