Businessman working at office desk, he is building a growing financial graph using wooden toy blocks: successful business concept DAL TERRITORIO / Primo Piano

di Maurizio Farnesi
Direttore Generale

 

Ne sono convinto: il credito cooperativo è un modello di banca decisamente attuale, con uno spiccato ruolo di rilievo nella società e per la crescita della sua economia.

La conoscenza dettagliata del territorio, dei soggetti che ne compongono il tessuto sociale e l’interesse nei confronti della persona – che va ben oltre la fredda valutazione che qualsiasi rating può fornire – permette il sostegno e l’accesso al credito di categorie che, a condizioni “standard”, ne resterebbero escluse.

Il credito cooperativo va oltre “certe” logiche. Allarga gli orizzonti pur restando tradizionalmente fedele a quei valori che lo hanno reso unico e insostituibile: la storia si tramanda, non si dimentica. Le Bcc restano un vestito sartoriale con target di riferimento ben definito ma con capacità – intese anche come competenze e professionalità – di risoluzione di qualsiasi necessità.

In un’economia come quella del nostro Paese fondata sulla diffusa presenza di piccole e medie imprese fortemente dipendenti dal sistema bancario, il radicamento territoriale e l’illimitato patrimonio valoriale costituito dalla conoscenza diretta della clientela rappresentano elementi che rendono indispensabile il localismo bancario, forte anche di una filiera quantomai corta che permette una velocità nell’erogazione del credito che non ha eguali.

La caratteristica del credito cooperativo è anche quella di operare in maniera anticiclica: non abbandona i territori ma continua a sostenerli. Questo è e deve continuare a essere il primo comandamento di una banca di comunità e di relazione, questo è e deve continuare a essere il motore che spinge il lavoro di ChiantiBanca: l’abbiamo fatto in momenti di grande difficoltà, quando continuare a erogare credito e sostenere le comunità con sponsorizzazioni e contributi liberali sembrava essere un azzardo oltre le nostre possibilità; l’abbiamo fatto senza paura e con convinzione incrollabile, in momenti in cui abbiamo navigato in acque burrascose – ormai solo un ricordo lontano – e in tempi di pandemia, ascoltando chi continuava a darci fiducia e dimostrando coi fatti, e senza proclami, che nella nostra banca avrebbe trovato un porto sicuro.

Continueremo a muoverci così, anche adesso che i numeri di bilancio – la nostra bussola – trovano un miglioramento costante, l’evoluzione di un quinquennio certamente positivo che sta a dimostrare come il lavoro – spesse volte volutamente a fari spenti – fosse l’unica medicina per guarire le ferite. La nostra opera di risanamento prosegue, forse più velocemente di quanto non fosse prevedibile, e non sarebbe stato possibile senza un gruppo forte e mai appagato, che ha difeso la banca come fosse una famiglia, e di cui ho saputo apprezzarne ancor di più le qualità una volta nominato direttore generale, nove mesi fa: ai dipendenti, ciascuno con le proprie forze e le proprie debolezze, va il ringraziamento più grande per essersi messi a disposizione senza porre condizioni, esclusivamente avendo a cuore bene e futuro della loro banca.

Il credito cooperativo è chiamato a una sfida molto importante per continuare a recitare il ruolo di banche “a responsabilità sociale”: riuscire a coniugare la parte associativa a quella industriale, nel rispetto delle sempre più stringenti normative.

E in questo contesto, da capo dell’Esecutivo, non posso dimenticare i numeri, che continuano a essere quantomai confortanti: tutti i principali indicatori relativi al bilancio 2021 presentano un sensibile miglioramento, con una riduzione progressiva del rischio di credito e un significativo rafforzamento patrimoniale: fra i primi meritano di essere evidenziati il Texas ratio (sceso dal 63,2% del precedente esercizio al 41,3%), l’Npl ratio (dal 12 al 9,1%) e il totale complessivo dei crediti non performanti passati da 275 a 214 milioni; fra gli indicatori di solidità patrimoniale da segnalare il Cet1 ratio salito al 15,4% (dal 12,8%) e il Total capital radio arrivato al 18,2% (dal 15,5%). Il margine di interesse è aumentato del 12,50% passando da 56,1 milioni del 2020 a 63,2 milioni del 2021, mentre il margine di intermediazione è incrementato del 9,64%, passando dai 98 milioni dell’anno passato ai 107,5 di adesso.

L’utile netto è di oltre 10,5 milioni, che migliora di quasi due milioni quello dello scorso anno e conferma – con numeri decisamente incoraggianti – il trend positivo fatto registrare nell’ultimo quinquennio, quello che coincide con l’insediamento dell’attuale Consiglio di Amministrazione, a cui mi lega un rapporto forte e costruttivo e di cui spero di ripagare la fiducia posta nei miei confronti.

Al futuro, adesso, possiamo guardare con grande fiducia, avendo come obiettivo quello di aumentare la solidità patrimoniale – fattore cruciale di vitalità e stabilità – migliorando la redditività con una crescente diversificazione delle fonti di ricavo e una riduzione dell’incidenza dei costi operativi. In un contesto in cui è auspicabile una maggiore proporzionalità delle regole bancarie e delle misure di controllo a maggior tutela dell’intero credito cooperativo.