di Matteo Spanò
Presidente della Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo
I giovani sono i veri portatori di interesse della società: è un dato di fatto, in quanto sono essi che vivranno più a lungo la società che c’è o che sapremo costruire e quindi ne dovranno sopportare gli aspetti negativi o, viceversa, beneficeranno per più anni di quando di buono sarà realizzato.
La tematica ambientale ne è un chiaro esempio: chi più dei giovani dovrebbe essere, ed è, preoccupato per come si governano gli effetti del cambiamento climatico? E le preoccupazioni sull’ambiente non possono essere scisse dalle prospettive sociali che interesseranno le nazioni ed il pianeta intero. Il concetto di ecologia integrale di cui all’enciclica Laudato Sì, che integra temi ambientali con quelli sociali, è infatti un impegno per il presente ed una preoccupazione per il futuro. Ed il futuro si veste soprattutto di giovani.
Per questi ovvi motivi quando parliamo o ci interroghiamo sui giovani non si può quindi prescindere dal considerarli i veri “stakeholder” della società, coloro per i quali deve essere disegnato il percorso futuro.
Tuttavia, occorre stare attenti a fare dei giovani solo un emblema, un vessillo, una bella bandiera da sventolare ad ogni occasione. Belle parole che rimangono poco più che buoni propositi.
Il tempo stringe, c’è bisogno di azioni serie e vere per questa nostra società e per portarle avanti è fondamentale il contributo che i giovani possono dare. Occorre essere quindi conseguenti e, dove non già fatto, dare loro voce e spazi. Occorre favorire le opportunità di partecipazione dei giovani alla vita sociale. Non basta ascoltarli, occorre coinvolgerli nei meccanismi decisionali. Devono essere ascoltati, responsabilizzati, resi protagonisti. Deve essere cura di coloro che li precedono per età, di integrarli, senza paternalismi.
È con questa integrazione, che profuma anche di solidarietà intergenerazionale, che si possono unire le forze per costruire cose nuove che hanno l’energia prodotta dalla vitalità di nuove visioni e dalla potenza di radici fatte di valori e di esperienza.
Dobbiamo quindi porci in un’ottica non conservativa ma generativa, ovvero una azione trasformativa che non segue una prospettiva individuale ma che è un’opera relazionale tesa ad una prospettiva futura in cui i giovani non possono che essere protagonisti.
Per dirlo in termini bancari lo slogan non può che essere “diamo credito ai giovani” da leggersi non solo e non tanto come una proposta commerciale quanto come un convinto progetto strategico per le BCC e per la società.