Trecento anni dalla pubblicazione del Bando di Cosimo III de’ Medici, con il quale si delimitavano le zone di produzione del Chianti (oggi Chianti Classico), del Pomino, del Valdarno di Sopra e del Carmignano.
Il Consorzio Vino Chianti Classico li ha celebrati con una due giorni, sabato 24 e domenica 25 settembre, davvero degna dell’appuntamento.
Sabato, al convegno nel Salone dei 500 in Palazzo Vecchio, a Firenze, fra le iniziative anche una tavola rotonda fra i presidenti dei Consori, grandi importatori di vino stranieri, grandi portali internazionali del commercio on line.
Un talk show al quale ha partecipato anche il presidente di ChiantiBanca, Lorenzo Bini Smaghi: “Sono fondamentali la cultura e il sostegno del territorio – ha detto il presidente incalzato dal moderatore, il giornalista Luca Porro, sul ruolo delle banche – un principio in cui ChiantiBanca crede assolutamente”.
“Il settore bancario – ha proseguito il presidente Bini Smaghi – sta vivendo un periodo di profonda ristrutturazione. Ma spesso aggregare significa portare altrove il cervello. Noi di ChiantiBanca, al contrario, vogliamo che il cervello rimanga nel Chianti, anche se abbiamo obiettivi che si allargano a tutta la regione”.
Operativamente ha ricordato che, in ambito agricolo e vitivinicolo, “continueremo a sostenere il territorio, non solo con finanziamenti a 12 mesi ma anche con durate molto superiori, addirittura fino a 80 mesi: per far questo, però, c’è bisogno di conoscere il produttore, le aziende, il territorio. C’è bisogno di conoscerne la storia e la cultura”.
“Per quanto ci riguarda, nel primo semestre del 2016 – ha tenuto a ricordare (nel settore agricolo abbiamo registrato un aumento del 6% degli impieghi rispetto allo scorso anno. E in termini di sofferenze) per parlare di un tema ormai sulla bocca di tutti – il vitivinicolo ne ha portate un numero inferiore rispetto alle media: ciò vuol dire che il settore (contrariamente a quanto avvenuto in passato in cui non è stato considerato per quanto avrebbe meritato) si è guadagnato grande attenzione e fiducia in termini di investimenti, seppur con tutte le attenzioni del caso”.
“ChiantiBanca – ha concluso Bini Smaghi – vuol continuare a essere banca del territorio, consapevole che allargare gli orizzonti significa rafforzarsi nei territori di origine: nel settore bancario “diversificare” è fondamentale perché fare banca “mono settore” è un rischio che non possiamo correre”.
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